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CELTI

Link utili Sezione Celta:

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Divinità celtiche
 http://bifrost.it/Miti/Celti.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Divinità_celtiche
http://lagrandedea.forumfree.it/?t=46881327
http://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_divinità_celtiche

 

 

 

Karrydwen

 

(tratto da Il Calderone Magico di Maria Giusi Ricotti)

 

Cauldron Born by Damh The Bard 

 

 

Originariamente adorata dalle genti del Galles, si dice che abbia vissuto su un’isola, nel mezzo del lago Tegid, che pare aver preso il nome da suo marito. Kerridwen (si pronuncia Kerriduen) è una delle più antiche divinità del mondo celtico. Chiamata anche Ceridwen, Cerridwen, Caridwen, Karrydwen, Keridwen, Kyrridwen, è la dea del fuoco che alimenta la coscienza trascendente nel suo calderone magico. 

Come la Dea greca Demetra e la Dea egiziana Iside, Cerridwen è la Grande Dea celtica dell’ispirazione, dell’intelligenza e della conoscenza e il suo “fuoco” è fuoco di luce interiore. Il nome potrebbe derivare da Cerru - calderone, o Caer - fortezza ed è stato tradotto sia come calderone di saggezza che che come forza di saggezza, oppure potrebbe provenire da Cerd - poesia. Anche se, nella sua figura mitologica, sono comprese tutte e tre le funzioni lunari delle divinità femminili (fanciulla/madre/anziana) 

Cerridwen è adorata soprattutto come “Crone”, l’anziana, la strega, con la sua capacità di vedere chiaramente. Funzione che esercita attraverso il suo calderone di saggezza, ispirazione, rinascita e trasformazione. Il calderone ha un’associazione intima con la femminilità. Venerata anche come Dea di fertilità, di creatività, dei raccolti, di ispirazione, di conoscenza e di fortuna è invocata come dispensatrice di saggezza e discernimento dai consulenti legali e da chi amministra la giustizia. Inoltre si appella alla sua protezione chi esercita il mestiere astrologo, scienziato, vasaio. Il suo ruolo di Madre della Poesia è confermato tramite suo figlio Taliesin/Merlino, poeta e bardo. 

Una festa in suo onore viene celebrata il 3 luglio e il suo simbolo è la scrofa bianca, simbolo di fertilità, buona fortuna e prosperità. 

A volte Cerridwen è denominata (come anche un’altra Dea celtica, Danu) “Anna” o “Annys”, la strega e regina dei morti. È lo spirito della notte e del corpo addormentato della terra nell’inverno, il regno dei morti, contrapposto alla terra dell’estate. E’ inoltre la sacerdotessa primordiale, chiamata “la Anna Nera dei misteri proibiti”. 

 

 

 

 IL MITO 

 

All’inizio del tempo di Arthur viveva in Penllyn - un’isola al centro di un lago oggi chiamato Tegid - un uomo nobile, Tegid Voel con sua moglie Cerridwen, esperta di magia, incantesimi e arte della divinazione. Da loro nacquero un figlio chiamato Morvran, una figlia chiamata Creirwy ed un ultimo fratello, l’essere più brutto del mondo, Avagddu, il nero, l’oscuro. 

 Cerridwen quando vide questo figlio, pensò che non sarebbe mai stato ammesso fra gli uomini, a causa della sua bruttezza, a meno che non avesse sviluppato qualche altro merito o conoscenza. Così secondo le arti dei libri del Fferyllt, si risolse a far bollire per suo figlio un calderone di ispirazione e sapienza (il calderone di Cerridwen era conosciuto come Awen, il calderone del profondo), in modo che potesse venire accolto tra gli uomini in virtù della sua conoscenza dei misteri e della capacità di preveggenza. 

 Cerridwen cominciò a preparare il calderone, che avrebbe dovuto bollire incessantemente per un anno e un giorno, fino a sprizzare solamente Tre Gocce Benedette di Ispirazione (all’infuori di quelle sole tre gocce la pozione sarebbe risultata la più velenosa del mondo: il suo effetto violento avrebbe spaccato il recipiente e rovesciato il liquido su tutto il paese all’intorno). 

A sorvegliare la bollitura e mescolare mise un ragazzo, Gwion Bach e chiamò un uomo cieco di nome Morda per badare al fuoco. Li avvisò di non abbassare la sorveglianza per un anno e un giorno. Lei stessa si mise a raccogliere, secondo le indicazioni dei libri degli astronomi e nelle ore planetarie giorno per giorno, le sei erbe necessarie. 

Un giorno, verso la conclusione dell’anno, mentre Cerridwen stava raccogliendo le ultime erbe e intrecciando incantesimi, successe che tre gocce del liquore magico dal calderone ribollente schizzarono sulle dita di Gwion Bach. A causa della bruciatura Gwion portò istintivamente le dita alla bocca. In quel momento stesso la magia lo avvolse all’improvviso: poté “sentire” tutto il mondo e capire tutti i segreti del passato e del futuro. Naturalmente percepì il pericolo immediato in cui si trovava e capì di doversi difendere con tutte le sua capacità dall’ira di Cerridwen. Terrorizzato fuggì mentre il calderone scoppiava in due, perché tutto il liquore all’interno di esso era tossico. Quando Cerridwen vide perduto tutto il lavoro dell’anno, colpì Morda il cieco sulla testa fino a che uno dei suoi occhi non cadde fuori dall’orbita. Il vecchio disse: “Tu mi hai sfigurato inutilmente dato che non sono colpevole. La perdita non è a causa mia. E’ Gwion Bach che lo ha rubato”. 

Così Cerridwen infuriata si mise a inseguire il ragazzo, ma questo, facendo ricorso alle sue nuove arti magiche si trasformò in lepre e si mise a correre. Allora Cerridwen si trasformò a sua volta in levriero e lo braccò. Ma Gwion arrivò vicino a un fiume e si tramutò in pesce e Cerridwen, sotto forma d’una lontra femmina, lo inseguì sott’acqua, fino a che lui non emerse e si trasformò in uccello; lei, allora, diventò un falco e non gli diede tregua per tutto lo spazio del cielo. Mentre Gwion, esausto, si stava rassegnando a morire vide un mucchio di frumento sul pavimento di un granaio. Cadde fra i chicchi e si tramutò in uno di essi. Ma Cerridwen, sotto forma di gallina nera si buttò nel frumento e si mise a mangiare. Beccando riuscì a trovare anche il seme di grano, che era in realtà il seme di Gwion e che diede inizio, nel corpo della Dea, a una nuova vita.

 La leggenda racconta che dopo nove mesi, il ventinovesimo giorno di aprile, Cerridwen diede alla luce un figlio maschio, un bambino bellissimo. Quando lo vide, a causa della sua bellezza non ebbe più cuore di ucciderlo, come aveva progettato per tutta la gravidanza. Così lo chiamò Taliesin, che in gallese significa “splendida fronte”; lo depose ben avvolto e a proprio agio, in un coracle, un canestro rivestito di cuoio, e lo lasciò alla deriva in un fiume (o nel mare). La leggenda prosegue narrando che il bimbo, il primo di maggio, giorno di Beltane, venne salvato da un principe (Elfin, figlio di Gwiddno Garadnhir) che lo rinvenì nella sua peschiera, e diventò il più grande e famoso bardo dei celti: Taliesin, conosciuto anche come Merlino... 

La bella storia di Cerridwen e Gwion descrive il percorso iniziatico di un personaggio come Merlino, ma ha in sè tutta la simbologia del Calderone come ventre della Dea. Il calderone è la porta della vita e della morte, il Sacro Graal dell’ Immortalità. 

 

 IL CALDERONE 

 La dea druidica della luna, Cerridwen, utilizzava sei erbe magiche per preparare il suo Greal, pozione (è possibile che la parola Graal derivi da qui), sobbollite nel calderone Awen, spirito divino, ispirazione profetica. La pozione doveva bollire a fuoco lento per un anno e un giorno (nel mondo celtico un tempo simbolico che rappresenta la preparazione, lo studio, la pratica che precedono la realizzazione della Magia), e alla fine di quel periodo produceva le Tre Gocce di Saggezza. Le tre gambe su cui poggia, ricordano la triplice divinità della Luna e del Divino femminile. Sono presenti anche i quattro elementi della vita: l’acqua che lo colma, il fuoco che lo fa ribollire, le erbe al suo interno che provengono dalla Madre Terra e, nell’aria, il vapore e il profumo. Il calderone di Cerridwen è un simbolo antico di rinnovamento, di rinascita spirituale, di trasformazione e di abbondanza inesauribile. È il simbolo femminile primario del mondo del pagano e rappresenta il grembo della Grande Dea da cui tutte le cose sono create e nutrite.

 

 L'INSEGUIMENTO 

 L’inseguimento tra Cerridwen e Gwion, nella cultura druidica, sta a significare i diversi livelli dei riti di iniziazione. L’inseguimento può inoltre essere visto come rappresentazione dei molti cambiamenti che le nostre anime devono fare, in diverse forme e differenti momenti della vita, prima che possiamo scoprire il motivo stesso della nostra esistenza. L’inseguimento rituale simbolizza il cambiamento delle stagioni, i cicli della vita, la trasformazione e anche l’adattamento. I programmi possono fallire: non bisogna rimanere attaccati al corso degli eventi precedentemente predisposto, bisogna anche sapersi adattare alle forme inaspettate che i fatti possono prendere per loro conto. Seguire il flusso, modellarsi su di esso, esercitare il discernimento per sapere cosa lasciare e cosa perseguire. 

 

 

 L'ICONOGRAFIA

 Cerridwen corrisponde alla funzione divina del sostegno e del nutrimento; per questo motivo è descritta spesso come un animale magico, la scrofa bianca (Hen Wen), che rinasce ogni volta che viene mangiata. Il maiale nella cultura celtica veniva onorato e consumato in modo rituale. La scrofa rappresenta la Dea dispensatrice di vita. 

 La parola inglese “sow” significa sia scrofa sia seminare: appare così meno sorprendente che Cerridwen sia anche divinità preposta alla protezione del raccolto dei cereali. Modellata in bamboline formate da spighe viene posta in cima ai covoni e nei granai. Inoltre sue immagini rituali (in forma umana o di corona o di piccola croce celtica), preparate il giorno di Lughnasadh, festa del raccolto, con spighe prese dall’ultimo covone di grano mietuto e ornate con nastri scarlatti, venivano appese dai celti sopra il focolare domestico per tutto l’inverno. La tradizione di posare una composizione di spighe beneauguranti nei granai è ancora diffusa in Italia.  
Cerridwen nelle sembianze di corvo, spesso stagliato contro la luna, invece, rappresenta il cambiamento e il "centro" da cui emergono sia la luce che l’oscurità, così mostrando il lato di tutte le cose, sia dell’interiorità (l’occulto) che della parte esteriore della realtà (il manifesto). Nelle immagini compare spessissimo nel suo aspetto di anziana e strega, nell’atto di rimescolare il calderone formando un movimento a spirale nel liquido. A volte porta un falcetto legato alla vita simbolo della luna, del raccolto e di morte/rinascita. Dietro di lei un corso d’acqua rappresenta il fiume da attraversare prima della rinascita. La Rosa è un altro simbolo di Cerridwen, comune a tutte le dee avaloniane. 


 

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